Come riconoscimento della rarità del suo ambiente e del suo funzionamento ecologico, nel 2017 il Taravo ha ottenuto il marchio “Sito dei fiumi selvaggi”. Si tratta di un ulteriore passo verso la conservazione e lo sviluppo di quest’area eccezionale, nell’ambito di un progetto di sviluppo territoriale sostenibile guidato dalla Collectivité de Corse.
Selvaggio e dinamico, il Taravo ha una portata relativamente elevata durante tutto l’anno, che lo rende ideale per la canoa e il kayak praticamente lungo tutto il suo corso. Offre inoltre uno scenario maestoso per altre attività ricreative: escursioni a piedi, a cavallo, in bicicletta, pesca sportiva, nuoto, ecc.
Ponte Abrà
Uno dei tre ponti genovesi costruiti in bugnato, il ponte Abrà attraversa il Taravo con la sua sagoma a gobba, gli archi a botte rialzati e la stretta carreggiata. Questo gioiello del patrimonio isolano si inserisce perfettamente nell’ambiente bucolico di questa terra d’acqua.
Ogni fiume ha la sua storia, e quella del Taravu è iniziata in una foresta oscura 600.000 anni fa, quando un piccolo torrente di montagna iniziò a scavare la roccia che un giorno sarebbe diventata la sua valle. Ed è stato 8.000 anni fa che la sua storia si è incrociata con quella dell’uomo. E così, lungo i 65 chilometri del Taravu, si scrive anche la storia della Corsica.
Solo pesca a mosca e a cucchiaio.
Raccomandazioni
- Utilizzare un retino per raccogliere i pesci e metteteli in acqua con le mani bagnate.
- Non mettere mai le dita nelle branchie o negli occhi.
- Tenere i pesci grandi in posizione orizzontale.
- Quando si rilascia il pesce, aiutarlo a nuotare avanti e indietro nell’acqua.
- Rispettare le infrastrutture presenti intorno ai corsi.
- Mostrare cortesia nei confronti degli operatori, dei residenti e degli altri utenti.
La trota macrostigma emblematica della Corsica, undici ZNIEFF e cinque siti Natura 2000. (Foto subacquee di Yannick Gouguenheim)